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document | Lumbard language ethnomathematica (Lombardia-E10) chart of duodecimal, nundinal, and pentaeterikoi systems

boys with a cow bell on alpine pasture

Nel Calendario Campestre il conto dei giorni ha un ritmo “duodecimale” cioè per dodici o in dodicesimi, che si contano l’uno dietro l’altro e non in modo “addizionale” ma in modo “lineare” concatenandoli, con l’ultimo giorno dei dodici giorni che è anche il primo giorno dei successivi dodici. Così, contandone per cinque volte si ottengono 56 giorni invece di sessanta. Lo stesso che facevano i Romani coi nove giorni, nel sistema detto appunto “nundinale” dove contandone nove per sette volte ottenevano 57 giorni e non 63 usando le nove lettere alfabetiche “ABCDEFGHA” con la “A” che si sovrappone sempre ad ogni altra “A” pressochè all’infinito. Sistema molto simile a quello delle Olimpiadi e detto “pentaeterikoi” cioè quinquennale, con i quattro anni che ricominciano sempre nel quinto anno, così che contando per cinque al modo lineare si ottiene 57 e non 70 che, come per i Romani, è anche il primo numero dei successivi 57 numeri, totalizzandone sempre cinquantasei, come da noi. La differenza con i nostri dodicesimi è che loro contano soltanto numeri dispari (cioè 1 9 17 25 33 41 49 57 i Romani, e 1 5 9 13 17 21 25 29 33 37 41 45 49 53 57 i Greki) mentre noi alterniamo i numeri pari con quelli dispari, tre volte, cioè 1 12 23 34 45 56 in totale. Tutti e tre, abbiamo dovuto “vedere” almeno quattro o cinque precessioni da 20.000 anni per poterli sincronizzare ai dati orbitali dei 2+2 equinozi & solstizi, ma comunque ce l’abbiamo fatta.

Lumbard portrait: boy get ready for ring the bell on Chalandamarz tradition in the sixties
(photograph by S. Calegari courtesy of Federazione Montanari)

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